Un secolo in Sudamerica
ne che ben 100 anni fa hanno aperto la prima casa in Argentina.
Istituto Immacolata Concezione
Provincia Italiana C.F.I.C.
informazione della comunità religiose e delle attività
ne che ben 100 anni fa hanno aperto la prima casa in Argentina.
Nella puntata di martedi 27 Luglio Padre Giuseppe Pusceddu ci ha aggiornati sulla situazione degli incendi in Sardegna che hanno coinvolto anche le zone vicine al Centro di Spiritualità per giovani di Cuglieri.
Padre Gianluca Ferrara ha comunicato che il prossimo settembre sarà presente presso il Santuario del beato Luigi Monti a Saronno, la statua pellegrina della Madonna di Oropa, luogo molto caro al beato.
Sono intervenuti inoltre Padre Gioacchino Santoro dalla Bolivia che ci ha raccontato le ultime iniziative e Fratel Ruggero Valentini da Bovisio Masciago che ci ha parlato delle iniziative estive sul Venerabile Fratel Emanuele Stablum
Nella puntata andata in onda su Radio Mater martedi 22 giugno, padre Aleandro Paritanti ha proposto agli ascoltatori di scrivere una lettera alla Vergine Maria…. concludendo la sua catechesi con una poesia intitolata proprio “Cara Maria” e che vi proponiamo qui di seguito.
Cara Maria,
scrivo e non so dove cominciare
il silenzio non ha parole
ha battiti di cuore
e ti rincorro nei passi di casa
indaffarata nelle cose possibili
agitata dal vento del mattino
che svela parole misteriose
nel silenzio dell’anima scrivi
un saluto e stupisci al trasparente angelo
che ti fa sorridere al rallegrarsi
di ciò che sfugge alle parole umane
e già il cuore si scioglie alla dolcezza
del fidarsi, certa di quel volto luminoso
che applaude in sorrisi accattivanti
registro e comprendo solo le ultime parole
eccomi, sono serva tua, Signore,
e mi perdo nei significati del mio nulla
mentre tu hai già scritto sì nel vento
che risucchia la voce dell’angelo
e scende di nuovo il silenzio
godimento profondo nel cuore
domando come avverrà la mia vita
mentre corri verso il destino di Elisabetta
specchio umano del divino in terra
e ti accompagno ricalcando i tuoi passi svelti
nel canto sublime della beatitudine dei fiduciosi
generazione contagiata dal profumo penetrante del tiglio
avvolgente come te, Maria, nel cantare grandi cose
(22.06. 2021, radio mater)
Sono intervenuti inoltre nella puntata: Fratel Gianluca Ferrara da Saronno, Padre Jorge Romero da Roma, Fratel Ruggero Valentini da Bovisio Masciago, Padre Mariano Passerini da Kutina (CROAZIA)
Riascolta la puntata cliccando QUI
21 giugno 2021… oggi è festa per la nostra casa di Cantù e anche quest’anno a causa del Corona Virus possiamo “ricordare” questa data solo attraverso l’uso della tecnologia. Due anni fa eravamo riusciti a organizzare una mostra per ricordare il 21 giugno del 1898! Ma oggi vorrei ricordare il giorno della fondazione parlando delle due comunità alloggio che l’Istituto ospita.
Pochi giorni fa è passato a trovarci il Superiore Generale, padre Michele Perniola. Durante un incontro tra noi responsabili e Fr. Aldo, nello scambio di saluti e conoscenze, ha proprio voluto ricordarci a chi sono state intitolate le due comunità. La più “vecchia”, comunità “Emanuele Stablum” è dedicata alla figura di Fr. Emanuele Stablum, reso venerabile lo scorso aprile da Papa Francesco. Fr. Emanuele si dedicò principalmente alla cura dei malati ma nel suo percorso di noviziato arrivò a Cantù nel 1911 e vi rimase per tre anni dedicandosi agli orfani. All’ingresso della comunità Emanuele vi è un cartello con scritto “Benvenuto” in varie lingue del mondo. In qualche modo questo cartello mi riporta a lui e a quando, negli anni ’43-’44 riuscì a salvare centinaia di vite di rifugiati, in particolare numerosi Ebrei. Proprio per questo gli è stato conferito il titolo di “Giusto tra le Nazioni”. Il suo esempio, la carità con cui si dedicava agli altri e la passione con cui svolgeva il suo lavoro ci ricorda quanto sia importante per gli educatori, non solo avere le conoscenze attraverso libri e studi universitari, altrettanto importanti, ma avere PASSIONE e CUORE nonché DETERMINAZIONE in ciò che facciamo quotidianamente.
La seconda comunità si chiama “Casa di Teresa”. Chi è Teresa? Era la madre del Beato Luigi Monti, donna di grande fede e grande umiltà. Ha affrontato le difficoltà della vita senza paura, guidando la sua numerosa famiglia anche quando rimase vedova. Il suo esempio di maternità ci ricorda come guidare i ragazzi che seguiamo sia un compito importante, di grande RESPONSABILITA’. Come la mamma di Padre Monti anche noi dobbiamo guidare, consigliare e far sì che i ragazzi a noi affidati trovino la loro strada.
Ecco che oggi 21 giugno, giorno della fondazione dell’Istituto Immacolata Concezione di Cantù, la storia ci vuole ricordare come sia importante quello che facciamo oggi e ci esorta a continuare a farlo con CUORE, con DETERMINAZIONE e con CORAGGIO, proprio come Fr. Emanuele e mamma Teresa.
dott.ssa Alessandra Oricchio
Lo scorso 5 Giugno 2021, presso il Santuario del Beato Luigi Maria Monti a Saronno, Fratel Gianluca Ferrara è stato ordinato Diacono per le mani di Mons. Martinelli Vicario episcopale per la vita consacrata della diocesi di Milano.
Domenica 13 Giugno fratel Gianluca riabbraccerà la Comunità di Cantù guidando la recita del Santo Rosario dalle 20.30.
Siamo tutti invitati a partecipare.
C’è una canzone di qualche anno fa che si intitola proprio: “La cosa più bella”. Cantata da Miriam Masala e scritta dal giornalista sportivo Carlo Nesti, la canzone vuole essere un omaggio ad alcuni sportivi morti proprio durante la loro attività che tanto amavano. Per loro, ciò che facevano, era la cosa più bella…
Ciascuno di noi potrebbe, o forse dovrebbe, ogni giorno porsi una domanda: “Qual è la cosa più bella per me?”. Per essere realmente la cosa più bella, la risposta dovrebbe essere immediata, non sarebbe necessario pensarci su. E invece, molto spesso, questa risposta facciamo fatica a trovarla.
Il 24 aprile Papa Francesco ha riconosciuto, con apposito decreto, l’eroicità delle virtù di Fratel Emanuele Stablum: parliamo di un uomo che, all’apparenza, si è trovato a dover accettare la volontà degli altri su di lui. Desiderava diventare sacerdote e si è trovato a fare il medico. Desiderava vivere e si è trovato a dover accettare la morte. Quasi come se nella sua vita avesse fatto l’esatto contrario della cosa più bella per lui…
Ma a sconvolgere questa “apparenza” è quanto troviamo scritto nel decreto del Santo Padre: “….abitualmente orientato a rapportarsi alle persone e alle situazioni con spirito di fede, proteso a realizzare la volontà di Dio in ogni circostanza”.
Il refrain della canzone recita: “Non potrò sapere mai se è giusto lasciarci facendo la cosa più bella del mondo”. Emanuele ha lasciato questa terra esattamente in questo modo…: facendo la cosa più bella del mondo per lui! Cosa accomuna i cristiani se non l’amore? E colui che oggi possiamo chiamare il venerabile Fratel Emanuele Stablum ha vissuto la sua vita fino in fondo proprio per amare, riconoscendo quanto la sua fede gli ha insegnato: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Ha amato i suoi superiori accettando gli studi di medicina, ha amato i suoi pazienti riconoscendo Cristo in ciascuno di essi, ha amato la sua vita fino in fondo comprendendo, con spirito di fede, che tutto ciò che aveva davanti a sé era “semplicemente” la volontà di Dio…, Colui che fin da piccolo aveva iniziato ad amare tanto da voler intraprendere il cammino vocazionale.
E allora, continua la canzone: “puoi cogliere un fiore se sai guardare in alto non solo sull’erba ma anche sopra quest’asfalto”. È proprio così: Emanuele, con lo sguardo rivolto verso l’Alto, è stato capace, ogni giorno, di cogliere fiori sopra l’asfalto della sua vita “mantenendo questo suo atteggiamento di pieno abbandono nelle mani del Signore fino alla fine della vita” come si legge nel decreto.
E se il Cardinal Fiorenzo Angelini ha dichiarato che questo medico concettino “incarna perfettamente il ruolo del buon samaritano” è giusto ricordare che il samaritano del Vangelo si trovava a passare di lì per caso e con spirito di fede non è passato oltre ma ha amato colui che ha incontrato sulla sua strada.
Questo era Fratel Emanuele…. Il “caso-Dio” lo ha portato a fare nella sua vita la cosa più bella del mondo: amare fino all’ultimo dei suoi giorni.
Papa Francesco ha voluto dedicare quest’anno alla figura di San Giuseppe, e anche l’Esortazione apostolica Amoris laetitia che mette al centro la famiglia e il matrimonio non può che prendere come esempio quest’uomo silenzioso.
La caratteristica principale di questo Santo è proprio questa: il silenzio.
Il beato Luigi Monti dichiara più volte che San Giuseppe dovrà ritenersi tra i fondatori della Congregazione dei Figli dell’Immacolata, e ne sarà il protettore. E infatti in ogni casa non può mancare una statua o un’immagine che lo rappresenti.
Ma perché questa particolare devozione? Silenzioso dicevamo… quindi non è possibile che Luigi sia stato colpito da una particolare parola pronunciata dal Santo. Non conosciamo nessuna delle parole che quest’uomo ha pronunciato, eppure ne avrebbe avute parecchie da dire con piena ragione: una donna che gli dice di essere in attesa di un figlio che però non è il suo, un angelo che gli appare più volte in sogno togliendogli di volta in volta ogni dubbio, un figlio che non è il suo che si lamenta di esser stato sgridato perché deve fare cose più importanti per il vero Padre…
Eppure… solo silenzio… nemmeno una parola… e allora cosa avrà colpito Luigi?
Sappiamo che Giuseppe di mestiere era falegname ma forse era molto di più. Egli accoglie un figlio non suo; sua moglie gli avrà senz’altro confidato che questo figlio, non suo, un giorno se ne andrà ma nel frattempo dovrà proteggerlo e aiutarlo a crescere nelle difficoltà, custodirlo come pupilla dei suoi occhi, trattarlo come figlio….
Forse il giovane Luigi ha riconosciuto in San Giuseppe la figura dell’educatore da prendere come esempio: silenzioso, occhi e cuore aperti, che riconosce il bisogno e i capricci ma soprattutto ciò che il figlio, che non è il suo, ha da dire con i propri gesti che divengono bisogni che solo l’amore può riempire.
San Giuseppe/educatore semina, non vedrà i frutti, non spetterà a lui raccoglierli, il suo compito è togliere le erbacce che stanno intorno alla pianta che pian piano cresce, annaffiarla e proteggerla dal freddo, dalla pioggia e della grandine. La pianta dovrà innalzarsi verso il Cielo, divenire alta e robusta…. Crescere in età, sapienza e grazia.
Fa strano pensare come, nel Vangelo, all’improvviso quest’uomo scompaia così come è arrivato: senza una parola. Anche l’educatore per Luigi deve essere così: un figlio, che non è il suo, compare improvvisamente nella sua vita, lo accoglie e lo custodisce trattandolo come figlio sapendo in anticipo che un giorno se ne andrà. Non è suo figlio e non lo sarà mai, non si sostituirà ai genitori ma lo tratterà semplicemente come figlio.
Come è possibile che non ci sia arrivata alcuna parola di Giuseppe? Facciamo fatica ad immaginare che non abbia avuto rimproveri per Gesù che, come un normale bambino, avrà senz’altro avuto momenti…. da bambino. Facciamo fatica ad immaginare che non abbia insegnato nulla a Gesù adolescente nella sua bottega di falegname. Certamente, Giuseppe avrà immaginato che, un giorno, quel figlio non suo avrebbe preso il posto vacante lasciato libero dal padre. Il lavoro lo avrebbe aiutato a sostenersi e mantenere la famiglia che avrebbe a sua volta formato.
Forse Luigi comprende molto di più ed è per questo che oltre a dare l’amore di cui necessitano i suoi orfanelli sceglie di formarli nel lavoro, per dar loro una dignità e li forma alla vita custodendoli.
La figura di Giuseppe diviene pertanto per il beato un esempio, figura di nuova famiglia, figura di “comunità che accoglie” figli non suoi, figura di colui che dà un presente ma anche un futuro.
Giuseppe e Luigi camminano l’uno accanto all’altro.
Giuseppe e Luigi: la coppia educativa che dovremmo poter rivedere ogni giorno nella figura dell’educatore del nostro tempo.
Nella puntata andata in onda martedì 27 aprile 2021 è stata comunicata la promulgazione del decreto del Santo Padre Francesco che con data 24 aprile 2021 ha riconosciuto l’eroicità delle virtù di Fratel Emanuele Stablum.
L’amore del beato Luigi Maria Monti per la Madonna è stato fin da subito un amore filiale, tanto che anche la Congregazione da lui fondata è a Lei dedicata.
Anche quest’anno per tutto il mese di Maggio dal lunedì al venerdì alle ore 20.30, la Comunità religiosa della Casa di Cantù vuole dare spazio alla preghiera del Santo Rosario presso la Cappella dell’Istituto Immacolata.
Ricordiamo inoltre che, in ricordo delle apparizioni della Madonna a Fatima (da maggio a ottobre), si terranno delle serate di preghiera con il Santo Rosario e la Santa Messa (la consueta processione nel Parco non ci sarà in ottemperanza alle norme anti-Covid) alle ore 20.30 come segue:
Da venerdì 5 febbraio alle 20.30 ricominciano, nel rispetto delle norme del Dpcm, “i primi venerdì del mese” presso i Concettini di Cantu’.
L’Adorazione Eucaristica silenziosa seguira’ alla celebrazione della Santa Messa.
Nella frenesia dei nostri impegni quotidiani, questo appuntamento può divenire, per ciascuno, una pausa ristorativa per l’anima.
La Comunità religiosa vi aspetta!